Segue i normali corsi del Liceo Scientifico e, conseguito il diploma, affronta il corso di studi di Laurea in Ingegneria Civile Trasporti con un impegno che gli fa meritare il Premio di Laurea della Fondazione Politecnico per il Mezzogiorno d’Italia. Date queste premesse, e tenendo conto che bene presto si impone come ingegnere civile ed esercita la libera professione, vincendo poi un pubblico concorso, grazie al quale riveste il ruolo di Dirigente di una azienda del T.P.L., nessuno esiterebbe a confermare la concreta realizzazione di una progettualità rigorosamente scientifica. Ma già negli anni in cui frequentava le scuole medie, il giovanissimo De Michele si segnalava per le sue chine su cartoncino e per le apprezzabili prove in cui il segno ed il colore, trattati con apprezzabile originalità, chiarivano ben radicata l’altra vocazione, quella che lo stimolava a trasferire pensieri e sentimenti in immagini.
Dapprima il discorso rispondeva all’esigenza interpretativa di momenti naturalistici; poi si fecero più pressanti quelle istanze che esigono l’arte impegnata a cogliere scene di vita urbana, ritratti caratteriali, dati espressivi e modi d’essere negli spazi umani dove non erano sempre conciliabili scelte comportamentali e istanze di valori. Sono nate così delle opere in cui forma e colore valgono a proporre forti riflessioni, sottolineate talvolta da un’espressività in cui dominano l’ironia o la passione che affronta la realtà e ne amplifica gli orizzonti in chiave visionaria.
Insomma De Michele inventa le sue tecniche e le sperimenta con forte passione, dedicandosi nel frattempo agli studi sistematici della Storia dell’Arte e scegliendo di incontrare i grandi Maestri della classicità e quelli del Novecento nei più importanti musei in Italia e all’estero.
Nel corso degli anni gli studi severi e la ricerca sempre più appassionata gli consentono di approdare ad una pittura, in cui la tensione espressionistica e la visionarietà che dava senso alla realtà del fantastico, trovano sbocco in quelle esplosioni cromo-energetiche, riconducibili ad eventi verificabili nella natura come nei moti di Psiche. Si tratta di vere e proprie deflagrazioni che chiarificano stati d’animo, emozioni dirompenti, metafore comportamentali, modi d’essere nel nostro tempo dell’incertezza, sempre più esperto di tensioni esplosive. In quelle si visibilizza troppo spesso il dolore o la passione d’esistere, più rara invece è la gioia o la meraviglia e all’immediatezza della percezione concorrono proprio i supporti che De Michele organizza, servendosi di materiali compositi, varie malte, smalti, oli ed acrilici. Il segreto dell’arte di Giuseppe De Michele è tutto nella rapidissima tensione esecutiva, velocizzata a lampo d’emozione, ma preceduta da un lungo e meditato lavoro di preparazione del supporto, che, per così dire, si carica di pulsioni destinate ad esplodere appunto nella gestualità che domina gli spazi, per cui l’opera d’arte vibra di spessori materici, forti tracciati di colore che hanno sapore di scultura e accendono la meraviglia.
La complessità delle percezioni da rappresentare e i diversi mondi con cui confrontarsi hanno spinto l’artista a rendere più immediata e universale l’opera, associando la pittura alla scultura, il colore alle forme.
Sono nate così le pittosculture che accolgono eventi che nel loro insieme superano la complessità energetica diventando semplici messaggi di vita. Il connubio tra pittura e scultura da lui realizzato, riproduce la complessità delle dinamiche naturali; egli racconta così non solo la complessità del cosmo e delle emozioni che lo abitano, ma anche l’impossibilità di decifrarlo, di definirlo in uno schema codificato, né tanto meno in una teoria scientifica che ne spieghi il moto.
L’artista, presente sulla scena espositiva dai primi anni Ottanta, ha partecipato a numerose e importanti collettive ed ha ottenuto meritato successo di critica e di pubblico in mostre personali, ospitate in Sedi istituzionali e gallerie private.